I gabbiani sorvolano la foce dell'Elba, nel mare del Word. "Banco di aringhe a sinistra" stride il gabbiano di vedetta, e Kengah si tuffa, insieme agli altri.Ma quando riemerge, il resto dello stormo è volato via, e il mare è una distesa di petrolio.A stento Kengah spicca il volo, raggiunge la terra ferma, poi stremata precipita su un balcone di Amburgo.C'è un gatto, su quel balcone, un gatto nero grande e grosso di nome Zorba, cui la gabbiana morente affida l'uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto da lui tre solenni promesse:
"Promettimi che non mangerai l'uovo"
"Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo"

"E promettimi che gli insegnerai a volare"
«Il gatto attese quel momento da tanto tempo. Con tutta la pazienza che contraddistingue un gatto, aveva aspettato che la gabbianella comunicasse il suo desiderio di volare, perchè VOLARE E' UNA DECISIONE MOLTO PERSONALE..»
Finche un giorno il sogno si avverò:
"Volo! Zorba! So volare!" strideva Fortunata euforica dal vasto cielo grigio.
Una grande storia, che non è una favola per bambini, almeno non solo, un racconto che insegna come le diversità ci arricchiscano, che il gatto può volere bene al piccolo uccellino, e viceversa, e che per quanto sia doloroso arriva il momento in cui bisogna aprire le ali e spiccare il volo perché "Vola solo chi osa farlo!".
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